Renzi e la crisi di governo: niente succede per caso Blog News Gennaio 21, 2021Febbraio 4, 20210Dopo un lungo periodo di anonimato, Matteo Renzi torna a far parlare di sé con la crisi di governo; l’ex primo ministro, infatti, nei giorni scorsi ha personalmente sancito l’inizio della crisi di governo accennando alla concreta ipotesi che il suo partito, Italia Viva, non avrebbe più sostenuto il governo giallo-rosso.Renzi ha letteralmente minacciato il presidente del consiglio Giuseppe Conte di far cadere il governo se non fossero state esaudite determinate richieste presentate dal politico toscano. Tra queste vi è, ad esempio, quella di cambiare il piano per la gestione del Recovery fund. Inoltre, un altro motivo che ha spinto Renzi ad innescare la crisi di governo è stato il mancato ricorso al MES. Dunque, le ragioni che stanno alla base dell’atteggiamento scontroso del leader di Italia Viva derivano dal suo amore, apparentemente sincero e disinteressato, per l’Unione Europea.Ma le cose stanno davvero così? Chi è Matteo Renzi e perché propende in maniera così esplicita per un’Italia totalmente sottomessa ai diktat imposti dall’Europa? Per l’ennesima volta ci troviamo davanti ad un grande classico: il politico di turno che fa gli interessi dell’élite dominante, ossia di coloro che realmente decidono in che direzione deve andare il mondo. E questa volta è stata data proprio a Renzi l’opportunità di essere il protagonista di questo “gioco” ideato dai potenti. Infatti, sulla pagina ufficiale del Club Bilderberg, all’interno della lista degli invitati alla riunione del 2019 compare la figura del nostro caro Matteo. Per capire quali sono le conseguenze dell’invito ad una riunione di questo calibro basta studiare la storia. Ad esempio, possiamo ricordare il senatore a vita Mario Monti, il quale partecipò al Bilderberg nel 2011 e dopo pochi mesi fu nominato premier del governo tecnico. O ancora Enrico Letta, che fu invitato alla riunione del 2012 e successivamente divenne il nuovo presidente del consiglio.Tornando a Renzi, dopo aver partecipato al Bilderberg nel 2019 contribuì a formare la coalizione dell’attuale governo. All’epoca il governo giallo-verde stava per cadere ed il ricorso alle urne era davvero dietro l’angolo. Anche grazie a Renzi, però, si riuscì a formare il nuovo governo giallo-rosso. Facendo così, si scongiurò l’ipotesi del voto e di una eventuale vittoria della destra, cosa che avrebbe potuto rallentare i progetti europei. Inoltre, in seguito alla formazione del governo, Renzi abbandonò il PD e diede vita ad Italia Viva. Facendo ciò si assicurò un ruolo strategico fondamentale cosicché, nel momento in cui i suoi “superiori” non fossero stati soddisfatti di determinate scelte del governo, egli avrebbe potuto innescare una crisi. Il tutto con lo scopo di arrivare all’ennesimo governo tecnico? Chissà, lo scopriremo nei prossimi giorni.Ad ogni modo, c’è un dato di fatto rispetto al quale non ci sono dubbi: coloro che partecipano a queste riunioni diventano automaticamente i protagonisti della situazione politica nazionale. Per ulteriori informazioni sul modo di operare di organizzazioni oligarchiche come il Club Bilderberg, vi consigliamo la lettura di questo libro del giornalista Francesco Amodeo. Detto ciò, soffermiamoci ulteriormente sul contraddittorio politico fiorentino. Come potete vedere in questo video, nel 2016 Renzi affermava che nel caso in cui avesse perso il referendum costituzionale avrebbe smesso di fare politica. A quanto pare, però, la parola data non è stata mantenutaMa non finisce qui, ecco cosa affermava nel 2017. Eppure adesso è proprio lui a fare ciò che criticava soltanto tre anni fa. Sembra che per quest’uomo l’onestà e la coerenza siano un optional. Dulcis in fundo, ecco un enigmatico tweet del 2019 in cui il politico parla apertamente di nuovo ordine mondiale. A voi le conclusioni…Raffaele De LucaRIFERIMENTOTutto pronto per il cambio di Governo. Renzi aspetta il segnale. Ecco cosa faranno agli italiani. Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Share on Pinterest Share Share on LinkedIn Share Share on Digg Share Send email Mail Print Print