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Venezuela petrolio – Aggirate le sanzioni

Rosneft aiuta PDVSA ad aggirare le sanzioni USA sulla questione "venezuela petrolio"

Le sanzioni statunitensi della scorsa settimana sulla questione “Venezuela-petrolio”, emanate verso una società controllata della russa Rosneft accusata di sostenere il settore petrolifero venezuelano, sembrano già aggirate. In particolare, le sanzioni del 18 febbraio hanno preso di mira Rosneft Trading SA e il dirigente della società Didier Casimiro nell’ambito della campagna di Trump sulla questione biunivoca “Venezuela-petrolio”. Da nuovi rapporti Bloomberg si scopre che esiste già un’altra società affiliata al colosso petrolifero di Mosca Rosneft PJSC che non è sanzionata e quindi può commerciare liberamente il petrolio venezuelano.

Secondo i dati esaminati da Bloomberg questa società, la TNK Trading, è una compagnia acquisita e controllata da Rosneft dal 2017 e sta aumentando notevolmente le spedizioni di greggio venezuelano mentre la sanzionata Rosneft Trading SA non effettua spedizioni dal 29 gennaio. Nel mese in cui è stata sanzionata la Rosneft Trading SA, la TNK Trading ha rappresentato circa metà degli oltre 850.000 barili al giorno delle esportazioni. Non è un segreto che l’azienda statale che controlla le riserve di petrolio venezuelano, la PDVSA, collabora attivamente da tempo con la russa Rosneft per migliorare la produttività petrolifera e diminuire l’impatto delle sanzioni economiche (e raggirarle).

Bloomberg fa emergere altri dettagli: TNK Trading International SA dovrebbe caricare 14,3 milioni di barili di greggio venezuelano nei primi due mesi del 2020 rispetto ai 5 milioni di tutto il 2019. Sembra che le sanzioni americane non sortiscano gli effetti sperati – com’è giusto che sia – e le lamentele non mancano infatti un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha accusato Rosneft di “eludere attivamente le sanzioni impegnandosi in stratagemmi e inganni”. Rosneft di contro risponde, giustamente, che le sanzioni statunitensi sono illegali e che le sue operazioni in Venezuela sono di natura commerciale, non politica.

Alla fine della scorsa settimana i funzionari dell’amministrazione americana hanno dichiarato che il presidente Trump sta diventando sempre più frustrato dal ritmo lento e dall’inefficacia dell’attuale regime di sanzioni che puntano a bloccare tutte le esportazioni di petrolio venezuelano. A tal fine si dice anche che stia ancora prendendo in considerazione opzioni militari anche se sembra che i principali ufficiali militari statunitensi si oppongano costantemente al piano considerandolo impraticabile e dispendioso in termini di risorse navali, già occupate per controbilanciare le forze marittime di Cina e Iran. La Casa Bianca è profondamente frustrata anche per via del fallimento dell’opposizione venezuelana che non è riuscita ad ottenere risultati nonostante il pieno sostegno di Washington che probabilmente includeva anche aiuti segreti attraverso la CIA.

Con l’ultimo rapporto di Bloomberg sulle sanzioni USA verso le controllate della Rosneft, è probabile che durante il prossimo inevitabile giro di sanzioni il Tesoro USA colpirà gli altri “tentacoli” della società russa cercando di bloccare il pesante rialzo delle esportazioni di greggio venezuelano. Il problema “Venezuela-petrolio” per gli USA continua e difficilmente quest’ultimi molleranno la presa sul paese che detiene i giacimenti di petrolio più grandi al mondo.

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