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Carlo Taglia: un viaggiatore alla ricerca di se stesso

Carlo Taglia foto

Carlo Taglia, in arte Vagamondo, è un ragazzo torinese che ha utilizzato l’arte del viaggiare per intraprendere un percorso volto alla ricerca di se stesso. Carlo vede il viaggio non come un fine, bensì come un mezzo attraverso il quale affrontare e sconfiggere i propri demoni interiori. All’interno di questo articolo approfondiremo la storia di questo straordinario personaggio ed i profondi concetti che sono alla base della sua filosofia.

Partiamo dal principio: Carlo Taglia non è sempre stato un ragazzo felice ed in pace con se stesso, tutt’altro…durante l’adolescenza ha vissuto una vita all’insegna della depressione, dell’incomprensione e della solitudine. Carlo provava un profondo disagio causato dallo stile di vita e dai valori sui quali è costruita la nostra “evoluta” società.

Proprio per questo, durante la gioventù iniziò a fare un uso massiccio di sostanze stupefacenti, cosa che lo farà sprofondare sempre più all’interno di questo oscuro baratro. “La mia autostima era a livelli bassissimi. Mi sentivo un ragazzo vuoto, imbranato, tossico, viziato e fallito. Ma sapevo che, se fossi rimasto a Torino, avrei potuto morire da un momento all’altro”. Nei periodi peggiori il suo modus vivendi era totalmente equiparabile a quello di Mark Renton, celebre protagonista dell’iconico film Trainspotting. Tuttavia, è proprio dopo aver toccato il fondo che Vagamondo inizia la sua risalita e, come detto precedentemente, il mezzo del quale si appropria per dare una svolta alla propria vita è il viaggio. Così, dopo essersi recato nel sud della Spagna, Carlo inizia a vedere una via d’uscita ed intuisce che il viaggio rappresenta una vera e propria cura per la sua anima. Seguono anni ed anni di viaggi via terra che riusciranno a trasformarlo definitivamente.

Tutto ciò costituisce l’oggetto dei suoi vari libri tra i quali, però, ce n’è uno che merita una menzione speciale poiché oltre a raccontare i viaggi in quanto tali, rappresenta un sincero autoritratto dell’autore e del suo modo di intendere la vita. Il libro è intitolato Quel primo passo e ne consigliamo la lettura a tutte quelle persone che si sentono come un pesce fuor d’acqua in un mondo sempre più inadatto agli individui autentici e sensibili.

L’autore, raccontando la storia della sua vita che da tragica diviene una manifestazione di pura gioia, offre al lettore degli spunti in grado di favorire una monumentale presa di coscienza. “Non posso tornare indietro nel mio oscuro passato per rimediare a tutto il male che ho fatto a me stesso e ad altri. Ma posso andare avanti e aiutare chi sta vivendo le stesse tenebre per aiutarlo a uscire da quel buco nero. Sarà come salvare un’altra parte di me”. Quel primo passo è un libro commovente, senza filtri ed a tratti illuminante il cui messaggio finale può essere riassunto in un’immensa gratitudine per la vita. Prima di arrivare a questo, però, Carlo Taglia ci parla dei suoi periodi bui, mettendosi a nudo e descrivendo senza timore alcuno gli stati d’animo che hanno rappresentato la sua condanna e allo stesso tempo la sua benedizione. Questi, sono stati d’animo che affliggono tutti coloro che non si sentono di appartenere ad una società fondata sulla competizione, sull’avidità e sull’invidia reciproca ed il cui desiderio, nonché bisogno, è quello di trovare una via di uscita.

E la via che ci viene indicata dall’autore risiede semplicemente in quella libertà che troppo spesso ci illudiamo di non avere, facendoci condizionare dai tipici meccanismi che regolano il modo di vivere della società occidentale. Problemi come il giudizio altrui o l’accettazione sociale svaniscono nel momento in cui ci rendiamo conto realmente di chi siamo e di cosa vogliamo. “Molti si sentono incastrati in una vita che non li rende felici, o che li opprime, e vorrebbero fare quel primo passo, ma spesso le paure hanno la meglio. Così è nata l’idea di questo testo, nato per condividere il mio sofferto ma costruttivo percorso personale, nella speranza che possa aiutare altri almeno a sentirsi meno soli, creando una forte empatia”. Dunque, consapevole della grande forza dell’ispirazione, Vagamondo cerca di “spronare altre anime a credere in se stesse e nei propri sogni” in quanto, secondo l’autore, “questa è la cosa più preziosa che si possa fare in una società moderna opprimente, che cerca di renderci prigionieri della paura”.

Per concludere, la soluzione indicata da Carlo Taglia può essere riassunta in una semplice, ma assolutamente non scontata, domanda: sei libero, perché non te ne rendi conto?

Raffaele De Luca

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