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Lorenzo Jovanotti: Da ribelle ad amico dei potenti

Lorenzo Jovanotti, da "anti-sistema" a dentro il sistema

Uno dei cantanti più conosciuti all’interno del panorama musicale italiano è senza dubbio Lorenzo Jovanotti, artista senza tempo dotato di un temperamento contagioso ed inconfondibile. L’eterno ragazzo ribelle, però, negli ultimi anni sembra essersi trasformato in un fedele amico dei potenti, rinnegando i valori di cui si faceva portavoce.

Il talento di Lorenzo Jovanotti è fuori discussione. Nel corso degli anni ha composto canzoni memorabili, che resteranno nella storia della musica italiana. Tra queste, si possono citare capolavori come “Fango”, pubblicata nel 2007 e dedicata al fratello Umberto che morì proprio in quell’anno, o anche “Penso Positivo” e “Serenata Rap”. Stiamo parlando di un artista capace di trasmettere messaggi profondi e di catturare l’attenzione delle persone di ogni rango sociale.

Sarà proprio questo il motivo per cui è stato inaspettatamente scelto dall’élite?

L’influenza di un musicista del calibro di Jovanotti potrebbe essere sicuramente un motivo valido, anche se non è possibile avere certezze in tal senso. Ad ogni modo, a prescindere dalla motivazione, non vi sono dubbi sul fatto che Jovanotti abbia effettivamente avuto a che fare con alcune delle persone più potenti della terra. Dunque, relegare tutto ciò ad una mera teoria del complotto è davvero fuorviante. Infatti, la vicinanza del cantante a tali ambienti ci viene confermata proprio da quest’ultimo. Come potete vedere nel video qui sotto,

Jovanotti ci parla personalmente della sua partecipazione ad una riunione “privata” organizzata da “una delle più grandi aziende del mondo”, in cui erano presenti le “80 persone più importanti del pianeta per quanto riguarda il futuro” ed il cui contenuto non ci può essere rivelato. Inoltre il cantante, forse inconsapevole della gravità delle sue affermazioni, dice di non poterne parlare liberamente perché l’incontro era “a porte chiuse”. Poi, Jovanotti si lascia sfuggire un dettaglio fondamentale, affermando che a livello decisionale “la politica non è importante, perché le cose non si decidono più a livello politico. Le scelte non vengono più fatte dalla politica, che al giorno d’oggi si limita solo ad avere un ruolo amministrativo”. Motivo per cui “a questa riunione non era presente neanche un politico”.

In pratica, essendo i politici inutili, non è difficile capire che la conseguenza diretta di questo dato di fatto è che il nostro voto non influisce in alcun modo sul futuro del mondo.

Per concludere, si può dire che la colpa di Jovanotti non sia stata quella di aver voluto partecipare, probabilmente per curiosità, alla riunione. Bensì, il suo errore sta nell’essersi reso complice di questa ingiustizia ed essersi sottomesso alle logiche presenti all’interno di questo gruppo, accettando di non rivelare il contenuto degli argomenti trattati ed andando contro quell’ideale di libertà che lo ha da sempre contraddistinto.

Raffaele De Luca

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