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Zoom: privacy e sicurezza, due note dolenti

Zoom, problemi di privacy e falle di sicurezza

Per effettuare meeting online Zoom è un’applicazione utilissima specialmente per chi non può muoversi da casa ma ci sono delle note dolenti (molto dolenti), la privacy e la sicurezza. Sono 4 i soggetti che hanno vietato l’utilizzo di Zoom o messo in luce i problemi di privacy e sicurezza legati all’applicazione: il governo di Taiwan, SpaceX,  New York City Department of Education e l’FBI. Sono emerse troppe falle che rendono il software poco sicuro per essere utilizzato, specialmente quando sono in gioco dati sensibili. Fin quando si tratta della “reunion” dei vecchi amici di scuola poco male ma se in gioco ci sono informazioni governative, non è proprio il caso di utilizzarlo.

Un’altra nota dolente odierna è il fatto che si propongono alternative come Microsoft (Teams),  Google Hangouts, Skype per le videochiamate di gruppo che seppur migliori dal punto di vista della privacy, rimangono comunque applicazioni che non dovrebbero essere utilizzate da quei soggetti che scambiano informazioni importanti. Uno come Edward Snoden si metterebbe a ridere se gli dicessero che hanno smesso di usare Zoom per Skype… A ragion veduta diciamo noi per uno che ha lavorato all’ NSA e ha fatto venire a galla tutta la melma che si cela dietro internet, le telecomunicazioni e la privacy dei cittadini. L’NSA ha modo di accedere a dati su dati provenienti da tutto il mondo con “sniffer”, applicativi o dispositivi che “sniffano” appunto – quindi captano – il traffico di rete, backdoor ovvero “porte” che permettono l’intrusione nei sistemi informatici di soggetti terzi e accordi per accedere direttamente ai server delle grandi compagnie del mondo di internet dove risiedono gran parte dei nostri dati.

Questo è solo un assaggio del mostruoso grande fratello dietro la rete internet. Per saperne di più non potete non leggere “Sotto controllo: No Place to Hide” di Glenn Greenwald, il giornalista di inchiesta che fu contattato dallo stesso Snowden per denunciare tutto ciò.

Premio pulitzer 2014, un gran bel libro che fa affermazioni pesanti riportandone documenti e prove. Dopo averlo letto non vedrete più internet e i dispositivi alla stessa maniera di prima. Morale della favola, se dovete scambiarvi “segreti di stato” lasciate perdere Zoom. A quelli che dicono “tanto non ho nulla da nascondere”, ricordiamo che non dare importanza al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere equivale a non essere interessati al diritto di libertà di parola perché non si ha niente da dire. Rifletteteci amici…

P.S WhatsApp non è da meno…(leggi QUI).

FONTI (link)

Bloomberg

Ansa

DailyMail

Money.it

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